Il dipinto può essere collocato nell’ambito della scuola senese seicentesca. Vi sono infatti echi sia della devozionalità consueta a tutto il secolo, sia del naturalismo manettiano, sia della emozionalità del Folli, avvertibile soprattutto nel volto della Maddalena, sia infine del soffuso e graduato luminismo di Francesco Rustici. Data la presenza di Maria Maddalena e di Sant’Agostino, è probabile che il dipinto provenga dal soppresso convento agostiniano di Santa Maria Maddalena.

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