L’antica scultura è contenuta in un tabernacolo ligneo che sostiene l’altorilievo in terracotta. La figura della Vergine, d’adolescenziale bellezza, si erge snella ma torce il busto per guardare con piena consapevolezza il Bambino che, a sua volta, guarda verso l’esterno e con posa decisa sostiene garbatamente il peso della propria testa, facendo una forcella con la mano destra e inclinando simpaticamente lo sguardo con un placido e compiaciuto sorriso. L’opera va attribuita a Lorenzo di Mariano detto il Marrina (Siena, 1476 – 1534), come ha precisato Alessandro Bagnoli in occasione della presentazione del restauro del 2007/2008 (finanziato dal Rotary Club Siena Est), il quale sottolineava la bellezza sofisticata della Madonna, confrontabile con alcune tavole dipinte dal Beccafumi tra la fine del secondo e gli inizi del terzo decennio del Cinquecento. Prima del restauro la presenza di pesanti ridipinture, corone in lamina argentea, fiori di carta, medaglie, gioielli ed ex voto impediva di riconoscere l’opera come cinquecentesca. Il rilievo pervenne al Refugio nel 1701 dalla famiglia Martini e fu restaurato in quella occasione, come sappiamo grazie ad un cartellino di pergamena, incollato nel verso dello sportello del tabernacolo, ricorda che la sacra immagine fu restaurata a spese delle monache di San Raimondo al Refugio. Risale, pertanto, a quella data il totale rinnovamento della policromia e la sistemazione dell’altorilievo nel costringente contenitore ligneo. Probabilmente agli inizi del Novecento furono stesi nuovi colori sugli incarnati, sul mando della Madonna e sui lati del contenitore.